Reseña del editor:
Il Montefeltro e la Romagna, nel XIII secolo, sono teatro di innumerevoli battaglie tra guelfi e ghibellini. Ponendosi alla testa delle due fazioni in lotta, le nobili casate dei Montefeltro e dei Malatesta rivaleggiavano fra loro. Nell'estate del 1289, il conte Corrado di Pietrarubbia occupa Urbino, cacciando dalla città i guelfi alleati dei Malatesta e richiamando in patria gli esuli ghibellini. Questo romanzo riporta alcune vicende documentate, come l'imboscata di Cesena, dove gli uomini di Corrado di Pietrarubbia attentano alla vita di Malatesta da Verucchio, futuro signore di Rimini, e il trattato d'alleanza di Montescudo, che Taddeo di Pietrarubbia stipula successivamente con l'acerrimo nemico. È in questo contesto storico che Pio Bianchini inserisce il suo racconto delle genti di Petra Rubea. L'antico maniero di Monte San Lorenzo è retto da Bonzio, fido vassallo dei fratelli Corrado e Taddeo. Alvisio e Fraudolente, loschi figuri al soldo del conte Corrado, imperversano, sia in pace sia in guerra, commettendo atroci efferatezze e provocando radicali cambiamenti ai delicati e instabili equilibri tra le diverse fazioni politiche...
Contraportada:
«Che vuoi? Lasciami il passo!» Il tono era quello di colui che fosse solito comandare per essere obbedito. Il gigante non si mosse di un pelo. Anzi, sembrò ghignare soddisfatto. Era un atteggiamento insolito. Poi Malatesta capì: dall’oscurità uscirono altri uomini, brandendo corte spade e lunghi coltelli. Marino sorrise. «Prego, mio signore, passate pure!» Con un inchino beffardo si fece da parte. Ma la strada era ormai occupata dagli altri. Volgersi e fuggire sarebbero stati la sua fine...
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