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Verlag: Edoardo Perino Editore, ROMA, 1884
Anbieter: Biblioteca di Babele, Tarquinia, VT, Italien
Zustand: BUONO USATO. Biblioteca Nova ITALIANO Brossura flessibile in cartoncino illustrato, opera n.13 della collana "Biblioteca Nova", prefazione di Giuseppe Cimbali, il volume datato, riporta tagli e piccole mancanze al dorso, fogli ben godibili ingialliti soprattutto ai margini e ai tagli. Numero pagine 136.
Verlag: Salvioni, In Assisi (ma Roma), 1791
Anbieter: studio bibliografico pera s.a.s., LUCCA, Italien
Erstausgabe
Brossura. Zustand: discrete. Prima edizione. Prima edizione. Cm.26,5x19. Pg.VIII, 448. Legatura cartonata muta coeva, con titoli manoscritti, sbiaditi, al dorso. All'antiporta ritratto dell'Autore inciso da Pietro Bombelli su bozzetto di Giuseppe Errante. La tavola è in dozzinale riproduzione fotostatica. Esemplare in barbe, ad ampi margini. "Nicola Spedalieri (Bronte, 1740-1795) si trasferì a Roma dopo aver insegnato filosofia, teologia e matematica a Monreale, e divenne pastore arcade con il nome di Melanzio Alcioneo. "Nell'opera più importante "Dei diritti dell?uomo", stampata nel 1791 e pubblicata a Roma ma, per volontà del papa, con la falsa indicazione di Assisi, Spedalieri si rifece alle concezioni rousseauiane relativamente alla dottrina del "Contratto sociale" come origine della società, ma contestandone la tesi di un originario stato di natura a cui occorrerebbe tornare, perché soltanto all'interno della società civile l'uomo può realizzare i suoi bisogni di felicità e di perfezione. Scrive infatti che «Lo stato, a cui è destinato l'uomo dalla natura, è la Società Civile: ciò fu dimostrato; e vuol dire, che l'uomo non può rinunziare, generalmente parlando, alla Società Civile senza opporsi alla sua propria natura. È parte essenziale della costituzione sociale il Principato [.] il Popolo non ha diritto di disfare il Principato». Se la forma migliore di governo è, secondo lo Spedalieri, il principato, e al principe il popolo affida «le tre facoltà di giudicare, di decretare e di eseguire», il popolo non può togliergli «il Principato a suo beneplacito, cioè quando gli pare, per motivi leggieri, senza motivi», perché violerebbe il patto sottoscritto, a meno che il principe non violi la condizione essenziale del contratto stipulato, il "do ut facies", a meno che egli non faccia ciò che si era impegnato a fare in cambio della proprietà del principato: ossia, custodire «i diritti naturali di ciascuno» e dirigere «tutte le operazioni del Principato alla felicità de? sudditi». Questa è la base del contratto, e se invece il principe «prendesse a distruggere i diritti naturali di ognuno, a sostituire il capriccio alle leggi, e ad immergere nella miseria i poveri sudditi, il contratto resterebbe sciolto da sé». Lo scioglimento del contratto non significa che il popolo eserciti per proprio conto il governo, ma che debba «investirne un altro con auspici migliori». Ma chi deciderà che il contratto stabilito con il principe sia nullo? Intanto, osserva Spedalieri, che «il contratto siasi sciolto già da sé stesso, si dee legalmente dichiarare. Prima della quale dichiarazione a niuno è permesso di sottrarsi dall'ubbidienza del Principe. E il diritto di far tale dichiarazione non appartiene a verun privato, né alla unione di alcuni, né anco alla moltitudine». Solo un corpo che rappresenti tutti i sudditi può dichiarare lo scioglimento del patto con il principe: questo «vero corpo» sarà formato da «tutti i Magistrati, tutti gli Ordini de? Cittadini, le persone illuminate, probe, e non soggette all'impeto del momento [.] ogni colta Nazione nella Costituzione fondamentale, che dà a sé stessa, e che inerisce nel contratto che fa con la persona che vuole innalzare al Principato, e che questa giura di mantenere, sempre, forma un corpo o sia un Collegio, per così dire, immortale, che rappresenti permanentemente tutti gl'individui. Laonde basta che la dichiarazione si faccia da questo corpo, per esser legale». Qualora il principe resista e voglia mantenere il potere non più riconosciutogli, comportandosi così da tiranno, il «Corpo della Nazione» - mai però un singolo cittadino - potrà legittimamente giungere fino all'estrema soluzione di condannarlo a morte. Spedalieri si mostrò avverso sia al dispotismo illuminato, che rifiutava tanto il principio della sovranità popolare quanto il primato della religione nel governo dello Stato, sia ai princìpi laici della Rivoluzione francese. La garanzia di assicurare i diritti fondamentali dell'uomo è data, secondo lo Spedalieri, dalla religione 900 gr.
Verlag: Salvioni, In Assisi (ma Roma), 1791
Anbieter: studio bibliografico pera s.a.s., LUCCA, Italien
Copertina rigida. Zustand: discrete. Cm.24,6x18. Pg.XVI, 448. Legatura coeva, allentata, in mz.pelle con piatti marmorizzati e titoli e fregi in oro al dorso. Piatti spruzzati e tagli spuzzati. Non è presente all'antiporta il ritratto dell'Autore inciso da Pietro Bombelli su bozzetto di Giuseppe Errante. Vecchi lavori di tarlo ai margini, che non inficiano minimamente la fruibilità del testo. "Nicola Spedalieri (Bronte, 1740-1795) si trasferì a Roma dopo aver insegnato filosofia, teologia e matematica a Monreale, e divenne pastore arcade con il nome di Melanzio Alcioneo. "Nell'opera più importante "Dei diritti dell?uomo", stampata nel 1791 e pubblicata a Roma ma, per volontà del papa, con la falsa indicazione di Assisi, Spedalieri si rifece alle concezioni rousseauiane relativamente alla dottrina del "Contratto sociale" come origine della società, ma contestandone la tesi di un originario stato di natura a cui occorrerebbe tornare, perché soltanto all'interno della società civile l'uomo può realizzare i suoi bisogni di felicità e di perfezione. Scrive infatti che «Lo stato, a cui è destinato l'uomo dalla natura, è la Società Civile: ciò fu dimostrato; e vuol dire, che l'uomo non può rinunziare, generalmente parlando, alla Società Civile senza opporsi alla sua propria natura. È parte essenziale della costituzione sociale il Principato [.] il Popolo non ha diritto di disfare il Principato». Se la forma migliore di governo è, secondo lo Spedalieri, il principato, e al principe il popolo affida «le tre facoltà di giudicare, di decretare e di eseguire», il popolo non può togliergli «il Principato a suo beneplacito, cioè quando gli pare, per motivi leggieri, senza motivi», perché violerebbe il patto sottoscritto, a meno che il principe non violi la condizione essenziale del contratto stipulato, il "do ut facies", a meno che egli non faccia ciò che si era impegnato a fare in cambio della proprietà del principato: ossia, custodire «i diritti naturali di ciascuno» e dirigere «tutte le operazioni del Principato alla felicità de? sudditi». Questa è la base del contratto, e se invece il principe «prendesse a distruggere i diritti naturali di ognuno, a sostituire il capriccio alle leggi, e ad immergere nella miseria i poveri sudditi, il contratto resterebbe sciolto da sé». Lo scioglimento del contratto non significa che il popolo eserciti per proprio conto il governo, ma che debba «investirne un altro con auspici migliori». Ma chi deciderà che il contratto stabilito con il principe sia nullo? Intanto, osserva Spedalieri, che «il contratto siasi sciolto già da sé stesso, si dee legalmente dichiarare. Prima della quale dichiarazione a niuno è permesso di sottrarsi dall'ubbidienza del Principe. E il diritto di far tale dichiarazione non appartiene a verun privato, né alla unione di alcuni, né anco alla moltitudine». Solo un corpo che rappresenti tutti i sudditi può dichiarare lo scioglimento del patto con il principe: questo «vero corpo» sarà formato da «tutti i Magistrati, tutti gli Ordini de? Cittadini, le persone illuminate, probe, e non soggette all'impeto del momento [.] ogni colta Nazione nella Costituzione fondamentale, che dà a sé stessa, e che inerisce nel contratto che fa con la persona che vuole innalzare al Principato, e che questa giura di mantenere, sempre, forma un corpo o sia un Collegio, per così dire, immortale, che rappresenti permanentemente tutti gl'individui. Laonde basta che la dichiarazione si faccia da questo corpo, per esser legale». Qualora il principe resista e voglia mantenere il potere non più riconosciutogli, comportandosi così da tiranno, il «Corpo della Nazione» - mai però un singolo cittadino - potrà legittimamente giungere fino all'estrema soluzione di condannarlo a morte. Spedalieri si mostrò avverso sia al dispotismo illuminato, che rifiutava tanto il principio della sovranità popolare quanto il primato della religione nel governo dello Stato, sia ai princìpi laici della Rivoluzione francese. La garanzia di assicurare i diritti fondamenta 900 gr.
Verlag: Stamperia delle Piane,, Genova,, 1805
Anbieter: Studio Bibliografico Benacense, Riva del garda, Italien
Due volumi di cm. 20, pp. 364; 307 (1). Leg. coeva in semplice cart. azzurro con titoli a stampa su etichette ai dorsi. Mancanze ai dorsi ed una gora chiara alle prime carte del secondo volume, peraltro esermplare in barbe e ben conservato.Edizione non comune e nitidamente impressa. Opera principale del filosofo e pensatore politico catanese (1740-1795). Spedalieri asserisce il fondamento cristiano dei principi scaturiti dalla rivoluzione francese e riconosce la sovranità popolare come cardine del governo politico; le sue posizioni filo-giacobine gli valsero la riprovazione di gran parte dell'universo dottrinale cattolico.
Verlag: Stamperia delle Piane,, Genova,, 1805
Anbieter: Studio Bibliografico Benacense, Riva del garda, Italien
Due parti in un volume di cm. 18, pp. 364; 307 (1). Solida ed elegante legatura di fine Ottocento in mezza pergamena con titoli in oro su tassello al dorso. Ex libris. Un minimo alone chiaro alle carte centrali, peraltro esemplare genuino ed in ottimo stato di conservazione. Edizione non comune e nitidamente impressa. Opera principale del filosofo e pensatore politico catanese (1740-1795). Spedalieri asserisce il fondamento cristiano dei principi scaturiti dalla rivoluzione francese e riconosce la sovranità popolare come cardine del governo politico; le sue posizioni filo-giacobine gli valsero la riprovazione di gran parte dell'universo dottrinale cattolico.
Verlag: s.n.,, In Assisi,, 1791
Anbieter: Studio Bibliografico Benacense, Riva del garda, Italien
Erstausgabe
Cm. 26, pp. viii, 448. Ritratto dell'autore inciso in rame con margini più ridotti e verosimilmente proveniente da un altro esemplare. Leg. del tempo in mezza pelle, dorso liscio con titoli e fregi in oro. Esemplare genuino e ben conservato. Edizione originale, dell'opera principale del filosofo e pensatore politico catanese (1740-1795). Spedalieri asserisce il fondamento cristiano dei principi scaturiti dalla rivoluzione francese e riconosce la sovranità popolare come cardine del governo politico; le sue posizioni filo-giacobine gli valsero la riprovazione di gran parte dell'universo dottrinale cattolico. Cfr. Edizioni giuridiche antiche in lingua italiana, II, 3, p. 1266; Mira, II, 381; non in Sapori.
Verlag: In Assisi, s.n., 1791
Anbieter: Gabriele Maspero Libri Antichi, Como, Italien
Erstausgabe
Zustand: Very Good. In-4° (cm. 25,5), graziosa legatura coeva in m. pelle con titolo in oro su tassello marocchino e fregi floreali sempre in oro al dorso (forellini), piatti marmorizzati, tagli spruzzati; pp. XVI 448 in buono stato, con 1 tavola di ritratto f.t. incisa in rame da Pietro Leone Bombelli (1737-1809) su disegno del siciliano Giuseppe Errante (1760-1821); Ex libris araldico al contropiatto; fioriture sparse. Prima edizione «esaurita in breve», pubblicata con falso luogo di stampa dal Salvioni in Roma: «Quasi tutte le corti europee si affrettarono a proscriverla» [E.C. XI, 1104]. Capolavoro di sincretismo cristiano-illuminista, nei secoli mal interpretato, criticato o esaltato vicendevolmente da massoni o reazionari. Sulla morte dell'autore gravò il sospetto di avvelenamento. Cfr. Graesse VI, 462. Esemplare molto buono. (SO2).
Anbieter: Libreria Oreste Gozzini snc, Firenze, FI, Italien
Erstausgabe
In Assisi, 1791, in-4, legatura coeva in mezza pelle ed angoli, fregi e scritte oro al dorso, piatti in carta decorata, tagli spruzzati in rosso. Con un bel ritratto dell'autore inciso da Bombelli in antiporta. Qualche forellino di tarlo al dorso. Fresco esemplare. Prima edizione.
Verlag: Michel'Angelo Barbiellini Stampatore, Roma, 1778
Anbieter: Libreria Antiquaria Prandi, Reggio Emilia, RE, Italien
Erstausgabe
8°; pp. XX-412 con vignetta al frontespizio, testate, capilettera e finali xilografici. Ril. m.pelle antica con titoli e fregi in oro al dorso, tracce d'uso in alto al dorso ma solida legatura; tagli colorati. Buon esemplare con fresche vignette e stampa, rare tracce di tarlo in margine bianco su poche pagine. Rara prima edizione dell'opera dello Spedalieri (1740-1795), filosofo e matematico che secondo il Mamiani fu il primo rappresentante del cattolicesimo liberale. Cfr. Graesse VI 462 (che cita solo la II ediz. dell'opera nel 1791).Num. catalogo: 255.
Verlag: S/imp. Assisi, 1791, 1791
Anbieter: Libreria Anticuaria Farré, Barcelona, BARCE, Spanien
. 26 cm. VIII-448 pág. Enc. en medio pergamino, cartoné. Planos y cantos fatigados. Ligera señal de óxido. Pequeño taladro en las 3 primeras hojas. * La indicación de impresión en Assis (Asís) parece falsa. La edición se publicó en Roma. Religión.
Verlag: Assisi, 1791, 1791
Anbieter: Antiquariaat Pieter Judo (De Lezenaar), Hasselt, Belgien
Verbandsmitglied: ILAB
Erstausgabe
[ e che pero l'unico progretto utile alle presenti circostanze e di far rifiorire essa religione. Opera di Nicola Spedalieri siciliano ], xvi + 448pp.+ frontispice (portrait of author), text in italian, [first edition of this treaty on human rights, which is the most important work by Spedalieri], modern cloth (spine in vellum), 25cm., 3 stamps on titlepage, VG, [SPEDALIERI Nicola, born 6 dec.1740 at Bronte, died 26 Nov.1795 in Rome].
Verlag: n.d., Bologna, 1793
Anbieter: Libreria Antiquaria Giulio Cesare di Daniele Corradi, Roma, ROMA, Italien
senza coperta. Piccola mancanza cartacea al margine esterno del frontespizio 151 p. in-16.
Verlag: s.e. (Salvioni), Milano, 1791
Anbieter: Libreria Antiquaria Giulio Cesare di Daniele Corradi, Roma, ROMA, Italien
Ritratto dell'Autore inciso da Pietro Bombelli a inizio volume. Opera principale del grande filosofo e pensatore politico catanese. L'Autore riconosce la sovranità popolare come cardine del governo politico XVI + 448 p. 255x185 mm elegante p.perg. coeva con tassello.