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  • Papini, Giovanni / Ardengo Soffici.

    Verlag: Roma, Edizioni di Storia e Letteratura / Fondazione Primo Conti Fiesole, 1991., 1991

    ISBN 10: 8884984157ISBN 13: 9788884984159

    Anbieter: Emile Kerssemakers ILAB, Heerlen, Niederlande

    Verbandsmitglied: ILAB NVVA

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    Paperback with dust-jacket. 504 pp., ill.; 25.5x18 cm. Untrimmed edges, top edge unopened. Text in Italian. Very good, see picture 980g.

  • Papini, Giovanni - Soffici, Ardengo

    Verlag: Milano: Edizioni del Milione,, 1945

    Anbieter: °ART...on paper - 20th Century Art Books, Lugano, Schweiz

    Verbandsmitglied: ILAB

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    Soft cover. Zustand: Very Good. 1st Edition. Folio - 12 Color (tipped-in) Plates. First edition, text in Italian language. Original boards. Very good condition.

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    Firenze, (stampa: Tip. A. Vallecchi), 1913 (gennaio) - 1915 (maggio), Collezione completa. Fascicoli smarginati, con parziali perdite sui bordi del secondo anno, più grande degli altri, i quali fascicoli perdono parte della testata in prima pagina; contenuti completi e ottima conservazione delle pagine. Lungo i 69 numeri che compongono la collezione del celebre quindicinale (nel 1915 settimanale), fondato e diretto da Papini e Soffici, sono trascorsi tutti i futuristi "eroici" e buona parte dei migliori giovani modernisti dell Italia di allora (tra cui Ungaretti e Sbarbaro). Fu un esperienza di libertà creativa senza precedenti, e negli anni di «Lacerba» l avanguardia italiana si trovò davvero "sulla cima del mondo": «Per intensità di presenza, fortuna, varietà di ricezione; per tono polemico, ricchezza e dispersività di proposte, lessico e argomenti, i testi e le immagini della rivista la qualificano come una delle principali pubblicazioni d avanguardia in Europa, a fianco della francese "Les Soirées de Paris", della tedesca "Der Sturm" e dell almanacco del "Blaue Reiter", dell inglese "Blast"» (Del Puppo, Lacerba 1913-1915, p. 9). -- «Lacerba» apre con il fascicolo datato 1° gennaio 1913, contenente il celebre editoriale "Introibo", un manifesto in sedici punti numerati: la rivista è espressione dei due fondatori, lo scrittore e polemista Giovanni Papini, e il pittore e incisore Ardengo Soffici, già insieme sulle pagine del «Leonardo» e, più recentemente, della «Voce» rivista punto di riferimento della viva intellettualità di quegli anni e da subito concretamente fiancheggiatrice di «Lacerba» (nel n. I.6 è offerto l abbonamento cumulativo delle due riviste, e i libri sponsorizzati da «Lacerba» sono dati disponibili presso la Libreria della «Voce»). Tra i primissimi collaboratori, due scrittori che diverranno colonne del giornale: Italo Tavolato (celebre il suo "Contro la morale sessuale", costerà un processo per oltraggio al pudore) e Aldo Palazzeschi. -- Fin dal n. I.3 Papini cerca ripetutamente l incontro con il movimento di Marinetti; l esordio dei futuristi sulle pagine di «Lacerba» avviene in grande stile con il n. I.6 (15 marzo 1913), consacrato agli autori del movimento, che vi pubblicano anteprime assai importanti (Marinetti "Adrianopoli assedio orchestra", Folgore "Sensazione di turbine", Boccioni "Fondamento plastico della scultura e pittura futuriste", Govoni "Città morta", Carrà "Piani plastici come espansione sferica nello spazio"); in quarta di copertina l elenco delle Edizioni futuriste di «Poesia» fa bella mostra di sé accanto alle «Opere di Papini» e alle «Opere di Soffici». -- La rivista prende quindi costantemente a ospitare pregnanti contributi futuristi, tra cui molti manifesti, spesso in massima evidenza in prima pagina; basti citare, relativamente al solo anno primo, "L immaginazione senza fili e le parole in libertà" di Marinetti (n. I.12), "L arte dei rumori" di Russolo (I.13), "La pittura di suoni, rumori e odori" di Carrà (I.17), "L Antitradizione futurista" di Apollinaire (I.18), "Il teatro di varietà" di Marinetti (I.19), "Il programma politico futurista" (I.20), il fascicolo I.24 dedicato alla «Grande Serata Futurista» al Teatro Verdi di Firenze, che chiude l anno. Un rapporto straordinariamente creativo, quello tra futuristi e lacerbiani, che innesca sulle pagine del foglio fiorentino il lancio di due capisaldi nel percorso di elaborazione del futurismo, le parole in libertà ("Dopo il verso libero le parole in libertà", manifesto seguito da esempi pratici, I.22) e il "Dinamismo plastico" di Boccioni. -- L anno secondo di «Lacerba» nasce all insegna di un profondo restyling, affidato alla creatività di Soffici, che inventa una nuova testata cubitale di grandissimo impatto, declinata anche nelle titolazioni interne con non minore felicità. Prosegue ancora più intensa la collaborazione futurista, con esiti di altissima qualità, anzitutto sul versante iconografico, con le grandi tavole di Boccioni, Carrà, Severini, Archipenko; quindi con i virtuosismi paroliberi di Marinetti, Carrà, Jannelli, Cangiullo e lo stesso Soffici, declinati sul piano musicale dagli intonarumori di Russolo (in particolare sui numeri II.5 e II.10). Proseguono dunque le uscite dei testi teorici, tra cui i manifesti marinettiani sullo "Splendore geometrico" e "Onomatopee astratte e sensibilità numerica" (II.6 e 7) fino al manifesto di Sant Elia sull "Architettura futurista", pubblicato con corredo di sei tavole sul fascicolo II.15. -- Dal numero II.16 in poi, «Lacerba» cambia drasticamente: i fascicoli si assottigliano ed ospitano solo articoli di propaganda interventista redatti dai fondatori e dal circuito stretto dei lacerbiani. La parte iconografica cessa di esistere (tornerà più avanti ma in forma del tutto episodica e di segno per lo più poco interessante) e la parte letteraria torna interessante solo con gli ultimi numeri dell anno. -- L anno terzo che apre anch esso all'insegna del restyling, un ritorno alle origini con efficace variatio in «caratteri rossi ricavati da stencil» (Salaris) vedrà il futurismo citato solo in forma polemica e nel corso della querelle sviluppatasi attorno al battibecco Carrà-Papini, "Futurismo e marinettismo", relegata tuttavia alle ultime pagine del foglio. Accantonato il futurismo, emergono altre collaborazioni di altissima qualità tra i poeti del modernismo italiano (livello già toccato con i componimenti di Camillo Sbarbaro pubblicati sui nn. I.12, II.11 e II.15, poi anche in III.5): la suite dai «Canti orfici» di Dino Campana in II.23 e l ampia collaborazione nel corso del terzo anno con Giuseppe Ungaretti, che giovanissimo offre qui la primizia di molte delle poesie poi nel mitico «Porto sepolto», la prima raccolta stampata in ottanta esemplari a cura di Ettore Serra nel 1916. Le stimmate dell «esperienza futurista» per citare un noto libro di Papini rimangono, ravvisabili in diverse scelte e in una diffusa "disinvoltura" tipografica; m.

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    Firenze, (stampa: Tip. A. Vallecchi), 1913 (gennaio) - 1915 (maggio), Collezione completa. Preziosa collezione completa rilegata in tre volumi a margini sostanzialmente interi (compresi quelli dell anno secondo che è di dimensione maggiore degli altri due), in legatura d epoca, con le pagine ottimamente conservate. Lungo i 69 numeri che compongono la collezione del celebre quindicinale (nel 1915 settimanale), fondato e diretto da Papini e Soffici, sono trascorsi tutti i futuristi "eroici" e buona parte dei migliori giovani modernisti dell Italia di allora (tra cui Ungaretti e Sbarbaro). Fu un esperienza di libertà creativa senza precedenti, e negli anni di «Lacerba» l avanguardia italiana si trovò davvero "sulla cima del mondo": «Per intensità di presenza, fortuna, varietà di ricezione; per tono polemico, ricchezza e dispersività di proposte, lessico e argomenti, i testi e le immagini della rivista la qualificano come una delle principali pubblicazioni d avanguardia in Europa, a fianco della francese "Les Soirées de Paris", della tedesca "Der Sturm" e dell almanacco del "Blaue Reiter", dell inglese "Blast"» (Del Puppo, Lacerba 1913-1915, p. 9). -- «Lacerba» apre con il fascicolo datato 1° gennaio 1913, contenente il celebre editoriale "Introibo", un manifesto in sedici punti numerati: la rivista è espressione dei due fondatori, lo scrittore e polemista Giovanni Papini, e il pittore e incisore Ardengo Soffici, già insieme sulle pagine del «Leonardo» e, più recentemente, della «Voce» rivista punto di riferimento della viva intellettualità di quegli anni e da subito concretamente fiancheggiatrice di «Lacerba» (nel n. I.6 è offerto l abbonamento cumulativo delle due riviste, e i libri sponsorizzati da «Lacerba» sono dati disponibili presso la Libreria della «Voce»). Tra i primissimi collaboratori, due scrittori che diverranno colonne del giornale: Italo Tavolato (celebre il suo "Contro la morale sessuale", costerà un processo per oltraggio al pudore) e Aldo Palazzeschi. -- Fin dal n. I.3 Papini cerca ripetutamente l incontro con il movimento di Marinetti; l esordio dei futuristi sulle pagine di «Lacerba» avviene in grande stile con il n. I.6 (15 marzo 1913), consacrato agli autori del movimento, che vi pubblicano anteprime assai importanti (Marinetti "Adrianopoli assedio orchestra", Folgore "Sensazione di turbine", Boccioni "Fondamento plastico della scultura e pittura futuriste", Govoni "Città morta", Carrà "Piani plastici come espansione sferica nello spazio"); in quarta di copertina l elenco delle Edizioni futuriste di «Poesia» fa bella mostra di sé accanto alle «Opere di Papini» e alle «Opere di Soffici». -- La rivista prende quindi costantemente a ospitare pregnanti contributi futuristi, tra cui molti manifesti, spesso in massima evidenza in prima pagina; basti citare, relativamente al solo anno primo, "L immaginazione senza fili e le parole in libertà" di Marinetti (n. I.12), "L arte dei rumori" di Russolo (I.13), "La pittura di suoni, rumori e odori" di Carrà (I.17), "L Antitradizione futurista" di Apollinaire (I.18), "Il teatro di varietà" di Marinetti (I.19), "Il programma politico futurista" (I.20), il fascicolo I.24 dedicato alla «Grande Serata Futurista» al Teatro Verdi di Firenze, che chiude l anno. Un rapporto straordinariamente creativo, quello tra futuristi e lacerbiani, che innesca sulle pagine del foglio fiorentino il lancio di due capisaldi nel percorso di elaborazione del futurismo, le parole in libertà ("Dopo il verso libero le parole in libertà", manifesto seguito da esempi pratici, I.22) e il "Dinamismo plastico" di Boccioni. -- L anno secondo di «Lacerba» nasce all insegna di un profondo restyling, affidato alla creatività di Soffici, che inventa una nuova testata cubitale di grandissimo impatto, declinata anche nelle titolazioni interne con non minore felicità. Prosegue ancora più intensa la collaborazione futurista, con esiti di altissima qualità, anzitutto sul versante iconografico, con le grandi tavole di Boccioni, Carrà, Severini, Archipenko; quindi con i virtuosismi paroliberi di Marinetti, Carrà, Jannelli, Cangiullo e lo stesso Soffici, declinati sul piano musicale dagli intonarumori di Russolo (in particolare sui numeri II.5 e II.10). Proseguono dunque le uscite dei testi teorici, tra cui i manifesti marinettiani sullo "Splendore geometrico" e "Onomatopee astratte e sensibilità numerica" (II.6 e 7) fino al manifesto di Sant Elia sull "Architettura futurista", pubblicato con corredo di sei tavole sul fascicolo II.15. -- Dal numero II.16 in poi, «Lacerba» cambia drasticamente: i fascicoli si assottigliano ed ospitano solo articoli di propaganda interventista redatti dai fondatori e dal circuito stretto dei lacerbiani. La parte iconografica cessa di esistere (tornerà più avanti ma in forma del tutto episodica e di segno per lo più poco interessante) e la parte letteraria torna interessante solo con gli ultimi numeri dell anno. -- L anno terzo che apre anch esso all'insegna del restyling, un ritorno alle origini con efficace variatio in «caratteri rossi ricavati da stencil» (Salaris) vedrà il futurismo citato solo in forma polemica e nel corso della querelle sviluppatasi attorno al battibecco Carrà-Papini, "Futurismo e marinettismo", relegata tuttavia alle ultime pagine del foglio. Accantonato il futurismo, emergono altre collaborazioni di altissima qualità tra i poeti del modernismo italiano (livello già toccato con i componimenti di Camillo Sbarbaro pubblicati sui nn. I.12, II.11 e II.15, poi anche in III.5): la suite dai «Canti orfici» di Dino Campana in II.23 e l ampia collaborazione nel corso del terzo anno con Giuseppe Ungaretti, che giovanissimo offre qui la primizia di molte delle poesie poi nel mitico «Porto sepolto», la prima raccolta stampata in ottanta esemplari a cura di Ettore Serra nel 1916. Le stimmate dell «esperienza futurista» per citare un noto libro di Papini rimangono, ravvisabili in diverse scelte e in una diffusa "disinvoltura" ti.

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    Copertina rigida. Zustand: discrete. Cm.24,8x16,8. Pg.312. Legatura in tela editoriale con titoli e fregi in oro alla coperta. Esemplare privo di sovracoperta. Con 120 illustrazioni fuori testo. Nel volume: "Il genio di Firenze" di G.Papini; "L'arte fiorentina" di A.Soffici; "Firenze religiosa" di P.Bargellini; "La storia fiorentina" di G.Spadolini. 1100 gr.

  • Zustand: DISCRETO USATO. ITALIANO Uscite numero "2, 3, 4, 5, 6, 7-8, 9, 10, 11" dell'anno XVIII della rivista "Il Frontespizio"; rispettivamente da febbraio a novembre del 1940. Le copertine, in cartoncino morbido, brunite, presentano segni di usura ai margini con piccoli strappi agli stessi, macchioline di fioritura ai piatti ed occasionali (su alcuni numeri) segni a matita. Pagine fruibili anche se ingiallite e lievemente brunite ai tagli con occasionali illustrazioni in nero; bordi a barbe lievemente cotti e logorati dal tempo. La legatura risulta occasionalmente, lievemente lenta. Numero pagine complessive 596.

  • Bild des Verkäufers für Lacerba. Firenze, 1913-1915. Introduzione a Lacerba zum Verkauf von Parigi Books, Vintage and Rare

    Marinetti, Filippo Tommaso; Palazzeschi, Aldo; Soffici, Ardengo; Papini, Giovanni and others

    Verlag: Archivi d'arte del XX secolo / Gabriele Mazzotta editore, Roma / Milano, 1970

    Anbieter: Parigi Books, Vintage and Rare, Schenectady, NY, USA

    Verbandsmitglied: ABAA ILAB

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    Hardcover. First Edition. Edition limited to 700 numbered copies (this copy not numbered). Two volumes. 296, 336, 168, vi pp; [26]pp. Quarter cloth over patterned paper boards. Facsimile of the Italian Futurist literary journal, published between 1913 and 1915. The second volume, written by Raffaele de Grada, tells the story of the journal and collects several testimonies by some of the authors. Short corner tear to one of the leaves else a fine set in the original slipcase, which shows very minor wear. In the Italian language. ; Folio.

  • Papini, Giovanni, nell emissione di pregio con copertina in carta colorata di Ardengo Soffici

    Verlag: Pubblicazione della «Libreria della Voce», Quaderno Ventiseesimo (Stabilimento Tipografico Aldino),, 1915

    Anbieter: Libreria Antiquaria Pontremoli SRL, Milano, MI, Italien

    Verbandsmitglied: ALAI ILAB

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    Firenze, Pubblicazione della «Libreria della Voce», Quaderno Ventiseesimo (Stabilimento Tipografico Aldino), 1915 (apr.), Prima edizione. Eccellente esemplare nella tiratura di soli 25 esemplari con copertina cartonata rivestita di carta decorata da Ardengo Soffici (lieve usura ai bordi, minimo strappetto all etichetta al dorso). Raccolta di prose. Cammarota, Futurismo, 362.6 in 8°, legatura rigida in cartone rivestito in carta colorata a mano da Arengo Soffici, pp. 117 [5]. Prima edizione. Eccellente esemplare nella tiratura di soli 25 esemplari con copertina cartonata rivestita di carta decorata da Ardengo Soffici (lieve usura ai bordi, minimo strappetto all etichetta al dorso). legatura rigida in cartone rivestito in carta colorata a mano da Arengo Soffici,

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    paperback. Zustand: Molto buono (Very Good). N. 9. Testi di Piero Bargellini (Chiodi solari), Arrigo Chiara (Aspetti di Fogazzaro), Renato Giani (Stampa e cinema), et al. Il numero contiene riproduzioni delle opere di Silvestro Lega. Una incisione in copertina di Pietro Parigi . 8vo. pp. 60. . Molto buono (Very Good). . N. 9. . Book.

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    paperback. Zustand: Molto buono (Very Good). N. 9. Testi di Giovanni Papini (Quattro sguardi sulla guerra), Domenico Giuliotti (Viaggio spirituale di Maria Barbara Tosatti), Matteo Romito (Rappezzi ottocenteschi), Luigi Fallacara (Miti di Betocchi), et al. Il numero contiene riproduzioni di quadri, sculture e disegni di Gino Brogi e Leonetto Tintori . 8vo. pp. 70. . Molto buono (Very Good). . N. 9. . Book.

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    paperback. Zustand: Molto buono (Very Good). Testi di Giovanni Papini (Redenzione della natura - Pio XI, Papa Romano - Scandaglio dei Piagnoni), Ardengo Soffici (Noi e la pittura francese), Piero Bargellini (Quarto di luna romantica - Ritratto virile - Borbonica), Clemente Fusero (Sudamerica di Montaine), Carlo Betocchi (Il Battello - Capodistria), Giovanni Savelli (Appunti su Paolo Valéry), Armando Carlini (Le contraddizioni dell'arte), et al. Riproduzioni di olii, disegni, incisioni e sculture di Ugo Bernasconi, Arrigo Del Rigo, Evaristo Boncinelli, Sandro Botticelli, Gino Brogi, Leonetto Tintori, Amerigo Bartoli Natinguerra, Piero Bugiani, Oscar Gallo, Giuseppe Graziosi, Nicola Galante, et al. 12 fascicoli . 8vo. pp. circa 70 /fasc. . Molto buono (Very Good). . . . Book.