"Questo e il frutto del mio lavoro per come concepisco il mio ruolo di scrittrice. Una "chiamata alle armi" indirizzata ai miei compagni africani. Nessun paese ha mai trionfato voltando le spalle alla sua lingua e nessuna civiltà, per ottenere qualche tipo di successo o di eccellenza al suo interno, chiede di diventare meno di ciò che in realtà si è. Si è verificato un fenomeno molto triste negli Stati Uniti di recente. I discendenti degli schiavi, gente che era stata portata via con la forza dall'Africa e resa schiava nelle piantagioni di zucchero di quel paese, cercarono di creare una loro lingua - l'ebonico. Tra le tante cose che vennero strappate, rubate a queste persone, c'era la loro lingua madre. Quelli che venivano dalla stessa regione, o che si sospettava appartenessero allo stesso o a un simile gruppo linguistico, furono deliberatamente separati. Unico obiettivo di tanta fatica, uccidere la lingua che parlavano (è impossibile far sopravvivere una lingua nell'isolamento). Naturalmente, ci riuscirono. Oggi, gli africano-americani non hanno una lingua madre; nessun'altra lingua eccetto quella di coloro che li resero schiavi. Gli africani con il nome di un clan in Sud Africa sono eccezionalmente fortunati. Sebbene siamo appena emersi dall'oppressivo sistema delI'apartheid, le nostre lingue sono ancora intatte." (Dalla prefazione di Sindiwe Magona).
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"Questo e il frutto del mio lavoro per come concepisco il mio ruolo di scrittrice. Una "chiamata alle armi" indirizzata ai miei compagni africani. Nessun paese ha mai trionfato voltando le spalle alla sua lingua e nessuna civiltà, per ottenere qualche tipo di successo o di eccellenza al suo interno, chiede di diventare meno di ciò che in realtà si è. Si è verificato un fenomeno molto triste negli Stati Uniti di recente. I discendenti degli schiavi, gente che era stata portata via con la forza dall'Africa e resa schiava nelle piantagioni di zucchero di quel paese, cercarono di creare una loro lingua - l'ebonico. Tra le tante cose che vennero strappate, rubate a queste persone, c'era la loro lingua madre. Quelli che venivano dalla stessa regione, o che si sospettava appartenessero allo stesso o a un simile gruppo linguistico, furono deliberatamente separati. Unico obiettivo di tanta fatica, uccidere la lingua che parlavano (è impossibile far sopravvivere una lingua nell'isolamento). Naturalmente, ci riuscirono. Oggi, gli africano-americani non hanno una lingua madre; nessun'altra lingua eccetto quella di coloro che li resero schiavi. Gli africani con il nome di un clan in Sud Africa sono eccezionalmente fortunati. Sebbene siamo appena emersi dall'oppressivo sistema delI'apartheid, le nostre lingue sono ancora intatte." (Dalla prefazione di Sindiwe Magona).
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Zustand: good. Befriedigend/Good: Durchschnittlich erhaltenes Buch bzw. Schutzumschlag mit Gebrauchsspuren, aber vollständigen Seiten. / Describes the average WORN book or dust jacket that has all the pages present. Artikel-Nr. M08889605340-G
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