Reseña del editor:
Quanto mi accingo a scrivere vuole essere, più che una biografia, il ricordo di uno dei miei alunni migliori che, in modo mirabile, recepì e tradusse in vita il messaggio dei classici e, ancor più, quello cristiano. Con queste semplici parole, cariche di affetto e stima, Ida Abate, ex insegnante di Latino e Greco presso il liceo Classico `Ugo Foscolo` di Canicattì, apre il suo romanzo, intitolato alla memoria del giudice Rosario Livatino. Il `piccolo giudice`, come lo definisce l'autrice, rifacendosi al profilo che di lui delineò Leonardo Sciascia sulle pagine di Porte aperte (1987), perse la vita il 21 settembre 1990, alle porte di Agrigento, vittima di un agguato mafioso. Magistrato integerrimo, autore di coraggiose inchieste contro la criminalità organizzata, antepose alla propria vita l'etica del dovere, vissuto con fedeltà incondizionata agli insegnamenti evangelici, `reo solo di essere pericolosamente onesto`. Il romanzo ripercorre la vita di Livatino, dagli anni del liceo, alla laurea in Legge conseguita con il massimo dei voti, alla carriera in Magistratura, narrando anche episodi inediti, svelando i lati nascosti del suo carattere, le fragilità e allo stesso tempo la grande forza.
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