Contraportada:
La caratteristica dell’Italia sembra quella di allontanare o perseguitare i suoi figli migliori: un Paese creativo, pieno di fantasia, che tuttavia si ferma alla fase creativa e dopo essere riuscito ad aprire nuove strade, lascia lo sviluppo ad altri. Sono queste le amare considerazioni di Luciano Caglioti, protagonista dell’età dell’oro della chimica italiana, che in questa intervista-biografia, ci racconta le occasioni perdute dal nostro Paese per diventare protagonista dello sviluppo tecnologico mondiale. Da Pacinotti a Meucci, da Negrelli a Ferraris, fino ai “cervelli in fuga” del nostro tempo, l’epopea della scienza italiana appare costellata da grandi geni che non sono riusciti ad essere “profeti in patria”.
Nota de la solapa:
Luciano Caglioti, docente di Chimica Organica all'Università La Sapienza di Roma, ha insegnato a Zurigo, Milano, Bologna. Autore di oltre 130 pubblicazioni internazionali e di 8 brevetti industriali, ha svolto incarichi ministeriali in ambito energetico e delle risorse naturali. È stato prorettore per ricerca, sviluppo e rapporti con il mondo produttivo per l'Università di Roma.
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