Reseña del editor:
"Libertà o anarchia", articolo pubblicato sul Politecnico di Milano nell'aprile del 1867, è un testo attualissimo perché, descrivendo la situazione politica italiana dopo l'unificazione, ci fa capire che i vizi comportamentali dei politici nostrani sono atavici. La diagnosi di Villari non consiste in una semplice valutazione della realtà a lui contemporanea, come di solito fanno i moralisti, ma è sorretta dall'analisi, un'analisi non solo sociologica e psicologica bensì anche storica. All'origine dei nostri mali sarebbe il fatto che in Italia la rivoluzione politica non fu preceduta da una rivoluzione sociale, come invece in Germania. Cosicché, una volta venuto a mancare il Conte di Cavour, guida e anima del nostro Risorgimento, il popolo italiano non ha saputo sostituirsi a lui, come invece ha fatto con Bismarck il popolo tedesco, "apparecchiatosi con una rivoluzione sociale al proprio risorgimento politico". Prefazione di Roberto Bertoldo.
Nota de la solapa:
Pasquale Villari (Napoli, 3 ottobre 1827 - Firenze, 7 dicembre 1917) è stato uno storico e politico italiano. Fu senatore del Regno d’Italia nella XV legislatura. Dopo aver partecipato ai moti di Napoli del 1848 contro i Borbone, andò in esilio a Firenze. Professore di Storia all’Università di Pisa, successivamente fondò l’Istituto di Studi Superiori in Firenze, nel quale insegnò Storia moderna. Scrisse su Girolamo Savonarola, Niccolò Machiavelli, la questione meridionale. Fu deputato al Parlamento nel 1870-1876 e nel 1880-1882, Senatore del Regno dal 26 novembre 1884 e Ministro della Pubblica Istruzione dal febbraio 1891 al maggio 1892, nel primo gabinetto Rudinì.
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