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Verlag: Per Girolamo Albrizzi, In Venetia, 1691
Anbieter: studio bibliografico pera s.a.s., LUCCA, Italien
Copertina rigida. Zustand: discrete. Opera dedicata a Filippo Ludovico Flaisban, con presentazione dello stampatore. Cm.19,2x14,5. Pg.24. Coperta moderna in cartoncino marmorizzato. Le prime e le ultime carte uniformemente brunite. Restauri cartacei conservativi ai margini delle prime quattro carte. Stemma gesuitico impresso al frontespizio. Oltre a capilettera e fregi calcografici il volumetto presenta sette gradevoli e intriganti incisioni nel testo. In fine, dopo la "Indivinatione" vengono riportate varie "Sententie, et Autorità di Santi Padri, per le quali si approbano le indovinationi delle Sibille, & principalmente della Eritrea", con brani tratti da Isidoro (libro ottavo delle Etimologie), Svida, Sisto Senese (secondo libro della Bibliotheca Santa), Sant'Agostino (libro 18 della Città d'Iddio), San Girolamo (libro primo contra Gioviano), Firmiano, Volaterrano, Nicephoro (libro ottavo della Historia Ecclesiastica), San Paolo. La esatta notazione di stampa al frontespizio è "In Venetia, 1570. E ristampata 1691 per Girolamo Albrizzi", ed è proprio nella edizione del 1570 che compare il nome dell'Autore. Si tratta del teologo agostiniano Jean Garet (Lovanio, 1499-1571), attivo anche a Anversa con il nome latinizzato di Joannes Garetius (o Ioannes Garentius). Si legge in nota a pg.268 del primo tomo de "La Campania sotterranea e brevi notizie degli edificii scavati entro roccia nelle Due Sicilie ed in altre regioni" di Giuseppe Sanchez (Napoli, Tip. Trani, 1833): "La Sibilla Eritrea non ebbe il suo nome da Eritrea paese asiatico, ma da Eritia ch'era presso Baia. Esiodo infatti mette la Sibilla Eritia, o Eritria nella Campania, e precisamente nella spiaggia del nostro cratere, che quel poeta ad imitazione di Omero chiamò Oceano; ove si finse che Ercole avesse ucciso Gerione. Il Martorelli, "I Fenici" ec. to.I pag.62, 63, 64, è dello stesso parere, e lo vuol confermare con l'etimologia del nome Eritia, che egli fa derivare dalle voci fenicie "heret-ja", le quali hanno il valore di "hariolatio divina", paese degli oracolai. Anche Servazio Galleo scrisse, che la Sibilla Cumana era la stessa che l'Eritrea ? Ma una più certa assicurazione, che di leggieri cambiavansi i due nomi di Sibilla Cumana e di Sibilla Eritrea, ricaviamo dal capo XXVIII della "Città di Dio" di S.Agostino: "Haec autem Sibylla, sive Erythraea, sive ut quidem magis credunt, Cumana, etc.". > Tre copie in SBN al 2 ottobre 2019. 100 gr.